S. Messa e conferenza di Padre Paolo Nicelli , Dottore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana
“Il dialogo tra Cristianesimo ed Islam. Il tema dell’ermeneutica religiosa”
L’incontro di febbraio ha visto la conferenza di Padre Paolo Nicelli, missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere), specializzato in Islamologia, Dottore della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, su un argomento attuale di grande interesse, al fine di comprendere al meglio la problematica della ermeneutica religiosa ossia l’interpretazione delle fonti islamiche, alla luce del fondamentalismo fanatico, jihadismo e radicalismo islamico di cui oggi tanto si parla.
Dopo la scorsa conferenza del Prof. Paolo Branca, sull’esame del rapporto tra Islam e mondo moderno, il Promotore delle Attività Culturali Cav. Prof. Edoardo Teodoro Brioschi, docente all’Università Cattolica di Milano, ha voluto proseguire con Padre Nicelli questa analisi fondamentale atta a celebrare al meglio l’importante ricorrenza di quest’anno: l’ottavo centenario dell’incontro di San Francesco con il Sultano d’Egitto.
La consueta memoria liturgica è stata officiata dal Rev. Don Fabio Fantoni, Cappellano Gran Croce di Merito, Capo per l’Alta Italia, assistito dal Cappellano Rev. Don Maurizio Ormas, docente alla Pontificia Università Lateranense.
Nella successiva conferenza Padre Paolo Nicelli ci ha accompagnato in un percorso attraverso il complicato mondo musulmano, unendo un momento scientifico, nel quale analizza un importante manoscritto islamico del IX secolo conservato in Ambrosiana, con un momento più storico divulgativo che tocca l’attualità della problematica della ermeneutica.
Ha affrontato argomenti complessi incentrandoli su un fatto esplicativo quale la lapidazione per adulterio – una pratica introdotta da un Califfo dell’VIII secolo, che ha interpretato le parole del Corano – per arrivare appunto al delicato tema dell’ermeneutica religiosa.
Il relatore ha descritto il processo storico che ha portato al panislamismo islamico, quel progetto transnazionale e internazionale di unione di tutti i musulmani. Ha citato i personaggi di rilievo che hanno contribuito sostanzialmente a questo progetto introducendo una modalità interpretativa della rivelazione coranica attraverso quella che è l’ideologia panislamica, ossia l’applicazione dei concetti politici all’insegnamento del Corano, soprattutto là dove si toccano i temi di equità e di uguaglianza fra i popoli:
lo stesso contenuto della rivelazione deve essere interpretato attraverso l’uso corretto della ragione e interpretato considerando il cambiamento delle epoche che portano ad una evoluzione del pensiero. Questo – sottolinea Padre Nicelli – non significa che la rivelazione sia soggetta a interpretazioni relativiste, che relativizzano il testo a seconda delle epoche, ma significa invece che i principi della rivelazione sono fatti saldi ma ciò che è interpretazione su questi, può essere soggetto a cambiamento, ad una evoluzione.
Dopo i fatti delle Torri Gemelle – spiega il relatore – Giovanni Paolo II parla per la prima volta di fondamentalismo religioso fanatico, scrivendo ai musulmani: “non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”. Per poter affermare la giustizia è necessario l’atto della misericordia che non distrugge il peccatore ma che lo recupera alla sua dimensione più vera della fede e del rapporto con Dio, mettendolo di fronte alle sue responsabilità civili e religiose.
Nel caso della lapidazione – continua il Reverendo – il vero oggetto del versetto coranico non è la lapidazione (“fustigazione” è la vera parola presente nel Corano) ma invece è la violazione della fedeltà, in rapporto a Dio.
Sulla base della riflessione fondamentale sui diritti umani e sulla libertà religiosa delle persone, oggi c’è stata una evoluzione del pensiero per cui, ancor di più, non ha alcun senso la lapidazione che si applicava nell’VIII secolo.
Le diverse interpretazioni sullo stesso principio coranico, da parte delle dottrine delle scuole giuridiche (shafiita e hanafita) creano inoltre divisione nel mondo musulmano (in Arabia Saudita si applica la lapidazione mentre in estremo Oriente la detenzione). Ecco perché – puntualizza Padre Nicelli – l’ermeneutica è il vero nocciolo della questione del rapporto tra mondo musulmano e modernità. Questo è anche il motivo per cui il nostro governo italiano, come tutti i governi d’Europa, ha grosse difficoltà di dialogo.
In conclusione sono stati elencati i fini che si prefiggono i riformisti islamici attraverso l’utilizzo del ragionamento personale e la lettura di una ermeneutica più aggiornata.
A tal proposito il relatore cita le parole dell’ex Presidente dell’Iran Khātami (riportate nel libro “Islam e modernità” di Paolo Nicelli) che in modo illuminante rivolge ai musulmani, per aiutarli a capire la differenza tra ciò che è principio fondante di una fede e ciò che è interpretazione su questo principio. Il primo è immutabile ed eterno il secondo è soggetto al cambiamento del tempo e delle culture.
Una cosa sono i principi ispirati dalla rivelazione, un’altra cosa sono le nostre comprensioni sulla rivelazione.
Questo – conclude il relatore – è quanto il mondo musulmano sta meditando oggi profondamente per un cambiamento al suo interno.
Al termine della serata Padre Nicelli ci ha mostrato un manoscritto del IX secolo di straordinaria importanza conservato in Ambrosiana, il quale sta alla base del processo di interpretazione. Si tratta di un versetto che apre a tutte le sūre coraniche (le 114 ripartizioni del Corano) nel quale vi è concentrato tutto il pensiero relativo all’essenza di Dio.
Ci ha tradotto inoltre l’intero testo originale stilizzato dove Dio parla a Maometto e cita l’uso della ragione.
A cura di
Cav. Mo. Luca Di Francesco
Addetto alla comunicazione