Durante il suo soggiorno a Roma in occasione del 300 ° anniversario della bolla Militantis Ecclesiae, S.A.R. il Duca di Calabria, Gran Maestro, visitò la Basilica di San Giovanni in Laterano accompagnato dalla madre, S.A.R. la principessa Doña Ana di Franzia, Duchessa vedova di Calabria, e da altre membri della Reale Deputazione e della Commissione Reale per l’Italia, tra cui erano S.A.R. Il Duca di Noto, Gran Prefetto, e il presidente della Commissione reale per l’Italia, S.E. Il Duca Don Diego de Vargas Machuca.
L’Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano è la cattedrale della diocesi di Roma. È la prima delle quattro basiliche papali maggiori e la più antica e importante basilica d’Occidente.
San Giovanni in Laterano e Constantino il Grande
Una famosa e popolare Legenda Aurea narrata nel Trecento da Jacopo da Varagine racconta in un altro modo la storia della fondazione della basilica, intitolando la donazione costantiniana a papa Silvestro I.
Pare che Costantino fosse stato colpito da lebbra, nel 313, ma si rifiutasse di sacrificare i bambini il cui sangue, secondo i medici, lo avrebbe guarito. Costantino avrebbe dunque sognato due sconosciuti di nome Pietro e Paolo, che lo esortarono a mandare a cercare un eremita di nome Silvestro, che con i suoi compagni si era sottratto alle persecuzioni anticristiane in una grotta del monte Soratte, il quale avrebbe saputo guarirlo.
Costantino, che aveva scambiato i due santi per dei, mandò a chiamare Silvestro, che, arrivato, gli mostrò due ritratti degli apostoli Pietro e Paolo, nei quali l’imperatore riconobbe i suoi «dei» del sogno. Allora Silvestro impose all’imperatore di liberare i cristiani carcerati e digiunare una settimana, poi lo immerse nel fonte battesimale e l’imperatore ne uscì guarito.
Costantino dedicò allora gli otto giorni successivi a produrre leggi sulla cristianizzazione di Roma e sull’istituzione della potestà dei vescovi e della Chiesa.
Poi, l’ottavo giorno, dice la leggenda «l’imperatore andò alla chiesa di san Pietro, dove confessò piangendo le sue colpe. Prese poi il piccone e iniziò personalmente lo scavo per costruire la basilica e portò via sulle sue spalle dodici carichi di terra».