Su invito della Diocesi di Viterbo, i Cavalieri della Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano hanno presenziato in forma ufficiale nel pomeriggio di ieri domenica 13 settembre 2020 al rinnovo del «Patto d’Amore», in occasione della festa solenne della Madonna della Quercia.
L’evento si è svolta quest’anno senza la tradizionale processione con il Clero, gli Ordini Cavallereschi, le Confraternite e le Istituzioni, ma pur sempre con il raccoglimento e la preghiera davanti alla venerata Immagine della Patrona principale della Diocesi.
Come avviene dal XV secolo, la Città dei Papi si rivolge con fervore alla Madre di Dio per chiedere la sua celeste protezione. All’inizio fu per la peste, poi nel tempo è diventato un gesto di ringraziamento; in questo 2020 poi è tornata la necessità di chiedere speciale protezione per l’emergenza sanitaria.
Due sono stati addirittura i segni di devozione in questo difficile anno, il primo lo scorso 27 marzo, in piena pandemia, con la consegna delle chiavi di Viterbo rimaste appese sulla quercia che dal Quattrocento ospita la tegola miracolosa raffigurante la Madonna. Il secondo, come da tradizione, nella seconda domenica di settembre.
Nei vespri la preghiera del Vescovo di Viterbo, S.E.R. Mons. Lino Fumagalli: «Oggi abbiamo di nuovo paura, siamo insicuri e vogliamo implorare la Madonna della Quercia che ci aiuti tutti insieme. Rimbocchiamoci le maniche ed aiutiamoci, facendo quanto previsto in questa emergenza non rispettiamo solo la legge ma facciamo un gesto di cultura verso gli altri, tutti gli altri, ciascuno per la propria parte. Dobbiamo offrire normalità, nei limiti del possibile – ha precisato il Presule – ritrovando le forme di socialità che ci caratterizzano, come persone e come credenti. Maria ci sarà vicino per porre le basi per un futuro diverso ma che può essere positivo e giovato da valori autentici. Apriamo gli occhi sulla città, quante attività non hanno riaperto? Quanti lo hanno fatto ma vedranno ridotto il lavoro e potrebbero perderlo? Solo essendo solidali potremo farcela, l’inventiva è frutto dell’amore di Dio, un patto d’amore impegnativo, solo così limiteremo i danni e ne usciremo più forti e più maturi. Impegniamoci con generosità e coraggio a fare delle nostre comunità un luogo di ascolto».
Il tradizionale rinnovo del patto d’amore si è formalizzato poi con la lettura della pergamena da parte del Sindaco, poi sottoscritta sia dal primo Cittadino che dal Vescovo.
«Lo scorso 27 marzo con un atto non retorico ma profondamente sentito, ho voluto rinnovare in forma straordinaria il Patto d’Amore, riconsegnando le Chiavi di Viterbo aIla Madonna della Quercia, Custode della nostra città e Patrona della nostra Diocesi, in un momento particolarmente difficile per l’intero pianeta». Eccoci finalmente di nuovo insieme – ha letto Giovanni Arena – come i nostri Padri, in ringraziamento della tua continua protezione, affidiamo solennemente a Te, carichi di speranza, il nostro futuro. Questo non significa derogare alle nostre responsabilità ed al nostro impegno! Oltre a tutti gli sforzi umani che ognuno di noi ha fatto e farà, è importante per le radici cristiane, identità e matrice culturale di Viterbo e dell’Europa, così fortemente colpita in questo momento, invocare la protezione amorevole di chi, nella storia di Viterbo, ha avuto un posto così speciale nel cuore, nell’amore e nella devozione di migliaia di viterbesi e non solo. Ricordo il significato delle Chiavi donate dal Comune alla Madonna della Quercia, che rappresentano i cinque valori su cui ripartire e su cui ricostruire, ognuno il proprio futuro e insieme, il futuro della nostra città: l’accoglienza, per ricordarci che siamo da sempre una città crocevia ed incontro di pensieri e culture diverse; la verità, monito alla giustizia, che ci rende tutti uguali e tutti responsabili del bene comune; la memoria, identità di un popolo fiero che ha sempre lottato, e quando è caduto si è sempre rialzato; la libertà, diritto inalienabile di ogni persona, che in questi giorni difficili stiamo imparando a non dare per scontato e a vivere con pienezza, nel rispetto e nella salvaguardia dell’altro; la Fede, lo sguardo che trascende noi stessi e che riconosce in Dio quel Padre che non abbandona mai i suoi figli e gli mostra quei valori che rendono l’uomo veramente uomo».
Il Vescovo Fumagalli e il Sindaco Arena hanno poi acceso due lampade votive perenni, che illumineranno, con la loro fiammella, i due lati dell’altare maggiore, per ricordare il gesto comune civile e religioso di devozione verso la Madonna della Quercia.
Al termine della Cerimonia, i Cavalieri Costantiniani si sono incontrati brevemente con il Vescovo, a cui hanno consegnato un’offerta per le attività caritatevoli della Diocesi.
È poi seguito un’incontro con il Sindaco, che ha espresso vivo compiacimento per l’attività di assistenza prestata dalla Delegazione della Tuscia e Sabina del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio in occasione della pandemia.