Circondato dalla simpatia del popolo partenopeo e dalla cordiale accoglienza dei membri della Deputazione della Cappella Reale del Tesoro di San Gennaro, S.A.R. Principe Don Giacomo di Borbone delle Due Sicilie, Duca di Noto, Gran Prefetto dell’Ordine, ha preso parte, per la prima volta, ai festeggiamenti in onore del Santo Vescovo patrono della città, che fu capitale del Regno delle Due Sicilie.
Il Principe Don Giacomo ha inteso rendere omaggio personale al grande Santo famoso in tutto il mondo e patrono dell’Insigne e Reale Ordine della Casa di Borbone delle Due Sicilie a lui intitolato, fondato dall’avo Carlo III nel 1738. Don Giacomo è stato ricevuto come cavaliere lo scorso maggio dal padre, S.A.R. il Principe Don Pietro, Duca di Calabria, capo della Casa Reale.
Il giovane principe ha voluto compiere un atto di devozione cristiana nel solco della tradizione dinastica, e lo ha fatto prendendo parte agli emozionanti momenti dell’apertura dello scrigno reliquiario nel quale sono custodite le prodigiose ampolle col sangue del Santo Vescovo.
Col sottofondo delle preci litaniche delle “parenti di San Gennaro”, il principe si è immerso nel grande coinvolgimento di devozione che aleggia nella cappella reale del tesoro, gelosamente custodita dalla Deputazione, ed è stato avvolto in un profondo senso di appartenenza.
Grande la cordialità con la quale il Duca Carafa d’Andria, il Marchese Sanfelice di Bagnoli, il Duca Carignani di Carignano e gli altri membri della secolare istituzione che custodisce gelosamente il vero tesoro della città – e cioè le Reliquie del Santo – hanno accolto il principe, memori del grande legame che da sempre unisce la città alle sue varie espressioni sociali e alla sua memoria.
La storia della Casa Reale delle Due Sicilie s’intreccia a doppio filo con quella della Città di Napoli e del culto di San Gennaro, e questa presenza rinnova attraverso l’adesione anche delle nuove generazioni dinastiche che il ventiseienne principe incarna.
Se pur nel rigore formale di frac e decorazioni degli ordini della sua casata, il principe ha mostrato grande cordialità nei confronti delle autorità istituzionali tra le quali è stato annoverato dal cerimoniale: il Sindaco De Magistris, che è anche Presidente pro tempore della Deputazione, il Governatore De Luca, e le altre distinte autorità civili e militari presenti.
Grande il calore del saluto che l’Arcivescovo di Napoli, S.Emma. Rvdma. il Cardinal Crescenzio Sepe ha rivolto al principe dalla cattedra durante l’omelia.
L’emozione è stata visibile quando il Marchese Imperiali dei Principi di Francavilla ha sventolato il bianco fazzoletto per annunciare “urbi et orbi” l’avvenuto prodigio. Con quel gesto che ogni anno si ripete e che è atteso con trepidazione, vengono consolate le attese e si alimenta la speranza di un intero popolo fedele che è solito affidare al Santo Vescovo piccoli e grandi guai della vita di ogni giorno, sintetizzando la devota istanza nella tradizionale icastica espressione: “San Gennà, pienzace tu!”. Unendosi all’applauso di tutto il popolo partenopeo, il Duca di Noto ha partecipato di un sentimento di fede comune.
Diversi membri della Reale Deputazione e della Reale Commissione Reale per l’Italia dell’Ordine Costantiniano hanno accompagnato S.A.R.: S.E. il Barone de Culcasi, Gran Tesoriere dell’Ordine; S.E. il Principe di Sant’Elia, Delegato a Napoli e Campania; e S.E. Amadeo-Martín Rey y Cabieses, Vice-Auditore Generale; oltre ad una numerosa rappresentanza di cavalieri, dame ed ecclesiastici dell’Ordine.